mercoledì, ottobre 8

Vendemmia.



-->Una sveglia sempre scevra di volontà non permette inizialmente di godere.
Dolci ricariche e prese di coscienza
preparano l’avvenimento.

Il sole nascente,
come ciliegia su tetto di spuma,
riscalda la brinosa terra.
Nell’aria il silenzio delle ore imberbi
incornicia l’unico suono privo d’umanità:
cesoie inesperte dividono il frutto dalla madre.

Parole stanche e solitarie
si trasformano in discorrere,
nuovi attimi di vite cominciano
col conoscersi:
antiche storie si riaffacciano al presente.
Un riso,
uno scherno,
un racconto,
e un fischiettio,
racchiudono i lavoratori,
mentre un profondo sonno
avvolge il canino infante.


Gravosi fusti,
zeppi di secchi,
saturano il maleodorante carro,
pronto per l'ultima corsa.
La pesa,
il conteggio,
la separazione
trasformano, dunque, il prezioso dono
nel succoso nettare.

Ancora una volta,
l'attesa annuale

offuscherà la memoria
ed il venturo autunno
tornerà a stupire...


Emiliano?
...e la Terra...

3 commenti:

Energie in divenire ha detto...

Il finale è il cacio sui maccheroni!

Roberta
tornera'a stupire.

Anonimo ha detto...

vero concordo con Robi!
Gran bel finale!
e devo dire che trasmette molto l'appartenenza di ognuno di noi alla terra....
siammo terreni...

manumanu

Anonimo ha detto...

Quando ero piccolina, mi ricordo quanto era bella per me la vendemmia......!!!

La vedevo come una festa, un gioco,un modo per stare insieme ai miei cugini, mi faceva proprio sentire grande, era come se andassi a lavorare giocando!

Ripensandoci adesso , mi sa che i grandi sfruttavano la nostra ingenuita' da bambini!!!! Pero' era proprio bello quello che provavo!

Che belle le emozioni da Bambini....

Nensi