martedì, agosto 31

" Ore 06.00 Cornettata "

- Che la festa cominci - N. Ammaniti



Immaginate Roma. Nel vero senso della parola. Ammaniti racconta una capitale al limite fra realtà e fantasia, una miscela di posti veri, nomi inventati, personaggi reali e luoghi che non esistono. E’ la storia di Fabrizio, scrittore al suo secondo romanzo, personalità di spicco nel panorama letterario italiano. Personaggio controverso, si atteggia a scrittore maledetto ma nel corso della storia fuoriesce tutta l’umanità che può avere in corpo un soggetto del genere, senza mai deludere lo stereotipo che si crea il lettore. Aspirazioni di Fabrizio: scoparsi più donne possibili e finire il romanzo della sua vita. E’ anche la storia di Saverio in arte Mantos, un satanista frustrato che lavora come commesso al mobilificio del padre della moglie, osannato dai suoi 3 adepti Murder, Zombie e Silvietta. Insieme formano le belve di Abaddon. Aspirazioni di Mantos: mandare affanculo la sua vita ed essere ricordato come il più spietato satanista d’Italia. Le storie di questi personaggi si incontrano durante la festa del secolo a Villa Ada, che nella Roma della fantasia di Ammaniti è stata acquistata da un famigerato palazzinaro originario di Monfalcone, Sasà Chiatti, che l’ha trasformata in un enorme parco colmo di animali di ogni specie e razza, tra le proteste dei romani che rivogliono indietro la “loro villa”. E qui inizia la festa. Piena di vip, personaggi di spicco della Roma bene (veri ed inventati): calciatori [tutta la Roma (inventata)], presentatori, veline, giornalisti, politici, scrittori in erba, chirurghi impasticcati, mummie dell’alta società. Ma della festa non starò qui a parlarne. Per quanto mi riguarda posso solo dire che quando è finita (realisticamente parlando: quando ho sfogliato e letto l’ultima pagina) ci ho messo qualche secondo a tornare alla nostra realtà. La quale, francamente, a tratti non è troppo distante dalle assurdità raccontate da Ammaniti, con una comicità amara che, a libro chiuso, fa riflettere.
Consigliato vivamente.

Buona lettura

B.




venerdì, agosto 20

1+1=Sè



COSCIENZA
"La nostra coscienza non crea se stessa,
ma sgorga da una ignota profondità.

essa si desta a poco a poco nel bambino,
e da uno stato insconscio si desta ogni mattina dall'abisso del sogno.

E'è come un bambino che nasce quotidianamente dal grembo materno dell'inconscio."

INCONSCIO
"Tutto ciò che so, ma a cui al momento non penso;
tutto ciò di cui una volta sono stato cosciente, ma che ora ho dimenticato;
tutto ciò che i miei sensi percepiscono, ma che la mia coscienza non nota;
tutto ciò che sento, penso, ricordo, voglio e faccio senza intenzione e senza farci attenzione,
cioè insconsciamente;
tutte le cose future che si preparano in me e verranno alla coscienza solo più tardi;
tutto questo è il contenuto dell'inconscio"


(tratto da Sogni, ricordi, riflessioni di Carl Gustav Jung)

EMILIANO

mercoledì, agosto 11

"Sogno di libertà"



Se un giorno tornerò alla vita
la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l’aria.
Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell’aurora;
la luna, mia dolce amante.
Che l’amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né la rondine il volo,
né l’amore le labbra. Nessuno.
La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,
e il sole e l’aria.

Marcos Ana


il dolore è educativo...

Roberta


martedì, agosto 3

Uno SCHIZzO ai FRENI Aiuta.



...poi chiederemo ad un passante...

EMILIANO
...senza Tom Tom...

domenica, agosto 1

...lo sfogo fa sbagliare spesso la misura...

Era da molto che non entravo nel blog e leggendo qualche post e relativi commenti mi è venuta in mente una delle ultime canzoni di Ligabue (vedi link) dedicata a Francesco Guccini con la quale Luciano si "sfoga" contro alcuni colleghi...
...
So che mi son fatto prendere la mano
perché uno sfogo fa sbagliare spesso la misura
ma come ti dicevo son le quattro del mattino
l’angoscia e un po’ di vino

e allora vado avanti a cantare della vita
sempre e solamente per come io la vedo

che la morte se la suona e se la canta
chi non sa soffrire da solo

e allora avanti un altro qualcuno che abbia voglia di ascoltare

....

Tomic

...ognuno canta della vita SEMPRE E SOLO per come la vede (e aggiungo che non è detto che ciò che canti sia la verità assoluta), l'importante è che nel cantarla si trovi sempre la giusta MISURA e non si ecceda con uno SFOGO verso chi ha VOGLIA DI ASCOLTARE...