giovedì, settembre 23





100 artisti per Kimbau è un'idea di un gruppo di giovani studenti delle Accademie d'Arte che ha trovato casa al Teatro Vittoria il 25 settembre 2010. La giornata, realizzata grazie al contributo di Laziodisu ( Ente per il diritto agli Studi universitari del Lazio), ha lo scopo di portare a conoscenza dell'opinione pubblica la straordinaria storia di Chiara Castellani, unico medico chirurgo per circa 100 mila abitanti, e dei suoi collaboratori, amici e sostenitori, che in questi giorni sono impegnati nel risanamento della Centrale idroelettrica indispensabile per l'ospedale di Kimbau e per i suoi abitanti.

Programma della serata

ore 17.00 FOYER INGRESSO
Inaugurazione di " Un Manifesto per Kimbau"

ore 19.30 FOYER PLATEA
"Opera al piatto" ispirata ai profumi d'Africa di Franco Berdini

ore 21.00 PLATEA
Presentazione ufficiale della serata
Proiezione del documentario inedito su Kimbau
Intervento degli ospiti
Intermezzi teatrali a cura degli allievi dell'ANAD " Silvio D'Amico"
Interventi musicali a cura di Luigi Di Marco


Ingresso gratuito


Paola

martedì, settembre 21

Cercando il significato del sole...




C'è un piacevole silenzio stasera.
Cielo nero e frescura settembrina.

Chissà quanti uomini prima di me
hanno guardato questo cielo

aprezzando momenti d'eternità
del genere.

Momenti che durano una frazione
di secondo. Svaniti poi nel nulla.

Micropossibilità di contemplazione
dell'esistente.

Davvero una strana esperienza
questa cosa che chiamiamo vita.
Non trovate?


Nazzucau

La pulizia dello specchio.



Il rubino

Un'amata chiese all'amante:

"Chi ami di più te stesso o me?".

"Dalla testa ai piedi sono diventato te.
Di me non rimae che il nome.
La volontà l'hai tu. Tu sola esisti.
Io sono scomparso come una goccia d'aceto
in un oceano di miele".

Una pietra diventa rubino
è colma delle qualità del sole.
Niente della pietra vi resta.
Se ama se stessa, ama il sole;
se ama il sole, è se stesa che ama.
Non c'è differenza tra questi due amori.

Prima di divenire rubino la pietra è nemica
a ste stessa.
Non uno esiste ma due.
La pietra è oscura e cieca alla luce.
Se ama se stessa è infedele: si oppone
intensamente al sole.
Se dice 'io' è solamente tenebra.
Un faraone si proclama divino e viene abbattuto,
Hallaj dice lo stesso ed è salvato.
Un io è maledetto, l'altro io benedetto.
Un io è pietra, l'altro un cristallo.
Uno è nemico della luce, l'altro la riflette.
Nell'intimo della propria coscienza, e non
mediante una dottrina,
è uno con la luce.

Lavora alle tue qualità di pietra
e diventa splendente come il rubino.
Pratica la rinuncia e accetta le difficoltà.
Vedi sempre la vita infinita nella morte dell'io.
La tua pietra scemerà si accrescerà la tua natura
di rubino.
I segni dell'esistenza individuale lasceranno
il tuo corpo
e l'estasi ti prenderà.

DIventa tutto udito come un orecchio
e otterrai un orecchino di rubino.
Scava un pozzo nel centro di questo corpo,
o prima ancora che il pozzo sia scavato
lascia che Dio attinga l'acqua.

Impegnati sempre a raschiare la sporcizia
dal pozzo.
A tutti quelli che soffrono
la perseveranza reca buona sorte.
Il Profeta ha detto che ogni prostrazione
in preghiera
è un colpo alla porta del cielo.
Se si continua a bussare,
la felicità rivela il suo volto ridente.
(tratto dal Masnavī di Jalāl al-Dīn Rūmī)


EMILIANO
l'obliquo tendente ad HU

ogni maledetta prima volta



La prima volta - ogni prima volta - che una ragazza comincia a respirare affannosamente al tuo orecchio, magari mentre siete su un divano o un letto, scatta mentalmente la fase "evvai" con fuochi d'artificio e poi subito la fase "ansia da prestazione" (per delucidazioni clicca qui). A volte, ed è peggio, prima comincia la fase ansia e poi la fase celebrazioni. In altri casi la fase celebrazione viene solo a dovere assolto.

il fatto è che siamo proprio scemi, finisce che mi viene l'ansia da prestazione pure quando un'amica sogna di averlo fatto con me. "com'era? piaciuto? sei venuta? sai, ero un po' in imbarazzo perché siamo amici"

poi ai livelli patologici, la tua nuova ragazza un po' porca ti dice che si è toccata pensando a te e tu "aspe'....ma.....è andata bene? forse vai troppo di fretta per me...ero agitato..avevo bevuto poi.....sai, avevo molti pensieri...ho perso l'erezione ma non era per te eh...tu mi piaci troppo ma sai com'è...non lo so....la guerra in iraq...le torri gemelle....non so, non trovo lavoro...pensieri sulla mia ex....oddio scusa non volevo"
e lei ti lascia.

Il sesso è male, scacciatelo dalle vostre menti.

Joan Lui

sabato, settembre 18

Una passeggiata per pigri

Stasera voglio portarvi a fare un giro, partendo non da un posto particolarmente affascinante o che susciti interesse: piazza Indipendenza a Pomezia. Per essere rigorosi N41°40' e E 12°30' sono le coordinate (+ o -).
Partiamo da qui, diciamo dal bar Antonelli, e guardiamo in direzione della torre del comune. Però non ci fermiamo alla torre, guardiamo più in alto, nel cielo notturno, e da qui si parte.
I lampioni disperdono luce verso l'alto "inquinando" la nostra visuale, peccato, ma riusciamo comunque a scorgere la luna da quella parti. Non è particolarmente luminosa, nè rossa o blu o verde come accade in certe nottate fortunate. Non è nemmeno piena, niente atmosfera da Twilight insomma, ma non fa niente, il viaggio è cmq interessante quando la vediamo vicina vicina - appena sotto - a due stelline ravvicinate. Forse per vederle dovrete distogliere la vista dalla luna (la sua luce è comunque troppo forte), e esse compariranno sulla vostra retina. Chi di voi è capricorno? Ecco, quelle sono le corna di questo strano animale.
Sotto di lui potremmo vedere il sagittario se solo non ci fosse la torre e gli altri edifici. Infatti in questo periodo dell'anno tramonta molto presto e tra poco sparirà del tutto quando arriverà il suo momento astrologico (non astronomico) da fine Novembre a fine Dicembre, in cui seguirà il sole nelle ore diurne e il cielo azzurro ce lo nasconderà (come ci nasconde ogni giorno molte altre cose).
Allora noi seguiamo la direzione indicata dalla congiungente le corna del capricorno verso l'alto incontrando una stella molto luminosa, Altair dell'Aquila (quella che si ciba del povero Prometeo), una stella nana a 17 anni luce da noi. Proseguendo lungo la stessa direttrice corna-altair ci imbattiamo nella stella Vega, luminosissima quasi allo zenit sulla nostra testa. Non ci sfuggirà allora una terza stella altrettanto luminosa: Deneb del Cigno, una supergigante blu lontanissima da noi. Queste tre stelle splendenti formano un triangolo che ci ha accompagnato, restando sopra le nostre teste, per tutta l'estate.


Ora, tracciando una linea immaginaria tra Altair e Vega e proseguendo oltre quest'ultima incrociamo una serie di stelle che delineano una forma affusolata e ricurva che si inserisce tra due costellazioni riconoscibilisime: l'Orsa Minore e l'Orsa Maggiore. In realtà la luce dei nostri lampioni non ci permette di vedere al meglio l'Orsa Minore, ci vuole un occhio un po' più allenato per distinguere almeno 3 delle sue famose 7 stelle. La linea di stelle che stavamo seguendo però è la costellazione del Drago che contiene Thuban, stella polare fino a 2000 anni fa (fra migliaia di anni sarà invece Vega ad indicarci il nord). Proseguendo dalla testa del drago verso destra (verso sud) incontriamo una costellazione inconfondibile a forma di W: Cassiopea.
Ognuno dei 4 rami della W ci indica qualcosa di interessante e noi proseguiamo lungo il terzo ramo a partire dal basso, il quale ci indica un immenso quadrato nel cielo: il corpo di Pegaso, da cui partono verso l'alto le gambe e verso il basso la testa e la criniera.
Non potremo allora fare a meno di chiederci cos'è quella stella luminosissima proprio sotto Pegaso. Dopo la luna, è l'oggetto più luminoso nel cielo di stasera: è Giove (il 21 sarà luminosissimo al tramonto e per tutta la notte) che in questo momento fa compagnia ai Pesci e si dirige lento ma inesorabile verso l'Acquario, a sud. Oltre Giove (la cui famosa macchia/vortice nell'ìemisfero sud è inspiegabilmente sparito qualche mese fa!) si riconoscono infatti tre stelle vicinissime: possiamo dire che esse sono appunto la bocca dell'otre portata dall'acquario. Poco più a destra dell'Acquario incontriamo nuovamente la Luna e, abbassando lo sguardo, la torre di Pomezia.
Bentornati al bar Antonelli.
(continuerà...)

La Storia di Pinocchio



...Questa è la storia di Pinocchio
che pretende di pensare
e su tutto ragionare...

N di Nuraghi
A di Assaffirigna
Z di Zizzaghirinau
Z di Zuzzirinella
U come Usticau
C di Cagliari
A di Aldo
U come Usubarratoi

giovedì, settembre 16

Lasciapassare A38

Irretiti dai sistemi sociali, e da ciò che osserviamo negli altri e che gli invidiamo, siamo destinati tutti a vivere nella stessa "casa".
Essa non ha fondamenta solide e al suo interno nessuno è ciò che è.
Al contrario colui che sa ridere degli artifici sociali, delle regole innaturali che non condivide, e osserva sé stesso con animo distaccato e benevolo, è destinato a restare fuori da tale casa.
La sua fortuna è che potrà godere ogni giorno del giardino della casa.





Seelvyo

martedì, settembre 14

L'importanza di essere più che chiamarsi

Spronerei ognuno di noi ad avere una proprio identità, un proprio approccio alla vita (il più gioioso possibile mi raccomando), una propria convinzione su quello che sinteticamente potremmo chiamare "senso della vita".
Avere una tale forte, solida, rocciosa identità farà sì che la persona non sia in balia degli eventi, modificandosi e plasmandosi ogni volta secondo l'immagine che si (o gli) conviene: con gli amici, con il partner sessuale, l'anima gemella o quello che si vuole. Come se la persona fosse modellata non da ciò che sente, prova, desidera; ma da chi incontra, con cosa si scontra, cosa teme. Nel tempo finisce per costruire una sovrastruttura a sé stesso.

Spesso ci si lascia andare come una banderuola, si finisce per indossare maschere senza mai trovare pace. Qualcuno l'ha spiegata dicendo che l'inferno sono gli altri, e forse è così; ciò che è vero è che l'inevitabile rapporto con gli altri ci influenza in un modo o nell'altro, e a tal punto ch ein alcuni momenti la mente più sensibile spontaneamente si ferma e si chiede "ma io chi sono? Ma sono veramente così?". Spesso questo accade però solo dopo un brusco evento, che ci risveglia dal torpore. Un risveglio del genere, per quanto traumatico (dovuto ad un lutto, alla fine di un amore) rappresenta una grande occasione di crescita, da cogliere al volo.

In effetti, sembrerebbe che tutti siamo in balia della nostra vita, degli eventi e delle persone che ci circondano. Sembrerebbe davvero che non ci sia niente da fare.
Avremo l'uomo che ha bisogno (bisogno? vero bisogno?) di conquistare molte donne per proprio compiacimento; chi ha bisogno di un gruppo di persone (amici?) per crearsi una propria immagine/identità (ma non è identità, è piuttosto maschera....una protezione per non guardarsi dentro); chi ha paura di affrontare l'esterno restando un solitario.

Credo di poter consigliare in questi casi un po' in silenzio, con sé stessi e con gli altri; ascoltarsi, non prendersi in giro, assecondare ciò che si è; abbandonare i desideri più futili, che contravvengono al proprio modo di sentire. Magari recuperando ciò che si era da bambini e che si è perso per strada.

Se riuscissimo a ricordarci di noi bambini sarebbe tutto più facile, non dovremmo fare altro che abbandonarci a ciò che eravamo.
Mantenendo (anzi acquistando!!) la maturità raggiunta negli anni.

AGGIUNTA:
Perché riconoscendoci per ciò che siamo, abbandoneremmo le nostre varie maschere (protezioni) e, non avendo più niente da nascondere (e nasconderci) saremmo davvero più leggeri. Liberi.

mercoledì, settembre 8

Back again....


Il rock'n'roll è la forma espressiva più schifosa, brutale e malefica, un afrodisiaco pestilenziale, la musica preferita di tutti i delinquenti della terra.
Frank Sinatra




Il vostro schifoso, brutale,
malefico, pestinenziale,
delinquente amico.....Iury.

domenica, settembre 5

Evabbuo'...





Traduzione (...perchè per il napoletano ci vuole la traduzione...che nessuno me ne voglia)


Andiamo dai guadagniamoci il pane
Noi abbiamo il sudore nelle mani
E sappiamo cambiare
Andiamo dai e facciamo presto
Sotto a quest'Italia dello smog e dello stress
Noi siamo i furbi che devono essere ingannati
Siamo nati con due destini
Siamo la notte e siamo la mattina
Siamo rose(nord) e siamo spine(sud)
Ma siamo rami dello stesso giardino(Italia)
Meridionale
Siamo terra piena di mare
che nessuno può capire
Stiamo bene o stiamo male
Andiamo avanti così
Il lavoro è un regalo
e la speranza è partire...
Andiamo dai e diamoci la mano
Se stiamo insieme possiamo andare lontano
Non si può più aspettare...
Andiamo dai che questa vita va di fretta
Noi siamo la casa di baci e carezze
Ma fa notizia solo la spazzatura...
Con questa mafia con il mandolino
che ci hanno sempre messo addosso (a cui ci hanno sempre attribuito)
Siamo la faccia di una cartolina
Che ci svende per tutto il mondo..
Meridionale
siamo voci in mezzo al mare
che nessuno vuole sentire
siamo l'erba bruciata
che non si sa mai da chi...
Siamo lo specchio di un'autostrada
che non vogliono mai finire..
Dove il vento abbraccia il mare
troppi sono i pensieri...
E chi cresce con il pane amaro
è un italiano straniero...
Se la giustizia se ne lava le mani
Bianche sono le bandiere...
E chi mai possa pensare a domani
nasce prigioniero...
Siamo nati con due destini
siamo la notte e siamo la mattina
siamo rose e siamo spine
ma siamo rami dello stesso giardino..
Meridionale
siamo terra piena di mare
che nessuno può capire
stiamo bene o stiamo male
andiamo avanti così
il lavoro è un regalo
e la speranze è partire...
I ragazzi dei vicoli di Napoli
non saranno mai Re
Nello zen di Palermo (quartiere siciliano in forte degrado) si bevono il tempo
per la sete di sapere...
e non è mai facile dormire con i perchè...
Vivere con la pazienza è il più grande equilibrio
per chi può cadere...


Uacuzzan
...canzone trovata casualmente in un post pranzo domenicale (ma piacevole all'orecchio). Dopo un soggiorno fuori dalla terra dei cachi, in cui ti viene chiesto di cantare o' sole mio...e tu dici evabbuo'!...non so, mi andava di condividerla. Di condividere questo destino di essere (per fortuna o per sfortuna) italiano. buon'ascolto