domenica, marzo 29

If only I had known, I should have become a watchmaker

E’ sabato, sono disteso su una panchina, la testa poggiata sulle sue gambe. Sono lontanissimo da casa. Non mi manca: cosa è casa? Alzo il polso per guardare l’orologio, solo un’occhiata velocissima sognando di rallentarne le lancette. Ma ho una stretta allo stomaco, tra poco prenderò il treno del ritorno. Verso casa. Sento delle lacrime chiedere di uscire, ma chiudo gli occhi e le combatto mentre lei mi guarda gentile. Scivolo con la nuca verso il suo ventre, quando sento le fronde dietro di lei venire scosse dal vento. Verrà a piovere ma non mi importa. Un mio movimento impercettibile le dichiara il desiderio di baciarla. La sento chinarsi su di me e socchiudo la bocca. Le sue labbra sono caldissime. Mi dimentico del treno in partenza, dei giorni passati prima di conoscerla, della mia casa. Quando riapro gli occhi siamo troppo vicini, vedo solo il disegno perfetto delle sue labbra sorridenti. Le risorrido e sento che proviamo le stesse emozioni. Qui e ora.

E’ venerdì, stiamo ballando nel mezzo della pista ma non c’è nessun altro vicino a noi, da nessuna parte, non li vedo, non li sento intorno. Non sentiamo nemmeno la musica, ci muoviamo seguendo un ritmo concordato spontaneamente. Mi dice che vuole fare l’amore con me. Mi sorride, la voglio qui e ora.

E’ giovedì, siamo al cinema. Mentre leggo i sottotitoli, la mia mano incontra la sua. Le stringiamo forti ché quasi mi pare di parlarle e di confessarle in segreto più di quanto si possa fare a voce. Mancano ancora due giorni alla mia partenza, ho l’impressione che tutto questo non finisca mai. Esiste solo il presente, non posso credere che in un futuro io mi trovi alla stazione in attesa di un treno verso casa.

E’ mercoledì, la mia nuova camera da letto ha un aspetto familiare. L’odore del caffè la invade. I vestiti gettati a terra e le voci dagli accenti stranieri mi ricordano dove sono. Ho ancora il sapore e l’eccitazione di un bacio strappato all’improvviso nella notte, mentre il tram ci chiudeva le sue porte. Forse non era il momento giusto, si sarà offesa? Oggi sarò da solo tutto il giorno, lei non ci sarà. Spero mi voglia rivedere domani o almeno prima della mia partenza. Guardo il telefono e leggo “Non vado con i miei amici oggi, ti va di andare al lago? Potremmo rimanere lì fino a sera”. Sorrido, sorrido, sorrido.

E’ martedì. Sono appena arrivato, non conosco la città, non so dove andare. Fatico a trovare una camera per la notte. Ho ancora lo zaino sulle spalle. Nella grande piazza mi volto alla mia destra in cerca di un punto informazioni. Incrocio però uno sguardo divertito a pochi centimetri da me. E’ bellissima. La guardo “Ciao”…


Sono passati dei mesi, oggi è una giornata assolata, mi guardo intorno. Penso di aver lasciato la mia spensieratezza su una panchina di una città lontana, in un piccolo parco nascosto lontano dai rumori del centro. Mancava poco alla mia partenza: si può essere spensierati poco prima di dover abbandonare tutto?
Mi fermo a pensare che in quel momento ero felice. E nello stesso istante, non ero forse anche il ragazzo che cercava un ostello prima di conoscerla, o quello che la baciava per la prima volta o quello che sarebbe tornato da lei nei mesi successivi? E allora, mentre poggiavo la testa sulle sue gambe, ero allo stesso tempo anche quello che in una giornata assolata avrebbe ripensato a lei come ad un lontano ricordo!

Una domanda mi tormenta: era già tutto accaduto mentre le dicevo per la prima volta “Ciao”?
Poi sorrido e penso di aver fatto bene a voltarmi verso destra quel giorno nella piazza. Ma quante altre volte mi sono voltato a sinistra nella mia vita?

20 commenti:

Energie in divenire ha detto...

Firmato...?

Energie in divenire ha detto...

Elvis Diori

Energie in divenire ha detto...

Sospettavo fossi tu.... eheheh

Fede

Energie in divenire ha detto...

incredibile come quella panchina sia anche nei miei ricordi... forse ognuno di noi ha quella panchina con sopra il ricordo di un attimo intenso e inaspettato che ci ha sfiorato il cuore e ci ha fatto sentire cosi puri...
Roberta
sedutasullapanchina

Energie in divenire ha detto...

...ero su di una panchina, sdraiato con la testa sulle Sue gambe, la contemplavo e mi sentivo pieno.

Era bellissima,
lucente,
eterea
ed io,
innamorato!

Solo quell'istante è ciò che mi rimane...


Emiliano?
...tanti anni fa!

Energie in divenire ha detto...

Penso spesso che le stelle sono così lontane, e la loro luce impiega così tanto a raggiungerci.

Dunque, tutto ciò che mai vedremo delle stelle sono solo le loro vecchie fotografie?

Sil

Energie in divenire ha detto...

Anche io come Roberta spero davvero che tutti si siano sdraiati su quella panchina. E abbiano stretto quelle mani, comunicando pensieri troppo complessiper le parole.

Mi piace molto la domanda: mentre eravamo lì distesi - in adorazione, in pace, in amore... - era già tutto accaduto?
Eravamo già questi che ora stanno scrivendo, ripensando al passato?
Questo pensiero fa paura: sembra che le emozioni siano contingenti, caduche e - viste in questa prospettiva -....direste che sono inutili?

Attenzione! - Sil

Energie in divenire ha detto...

Spero di aver capito le domande, provo, quindi a rispondere.

Era già tutto accaduto?
Se fosse già accaduto non credo sia rilevante, la cosa importante è che SIA accaduto, il resto non conta.

Eravamo già questi che ora stanno scrivendo, ripensando al passato?
Allora non eravamo questi di Ora.
E'stato quell'Allora che ha permesso di divenire ciò che Ora siamo.

Direste che sono inutili?
Mai un emozione risulta inutile per quanto breve o effimera sia.
D'altronde siamo vivi per "sentire"!

Tempo fa lessi una frase che diceva più o meno così:
"Dobbiamo dapprima conoscere gli amori imperfetti per poter, così, riconoscere quello Perfetto!"


Emiliano?
...e la ormai stracitata Ardente Pazienza!

Energie in divenire ha detto...

Avevo letto questa cosa (sotto) in quinto superiore e non l'avevo capita quasi per niente. Poi, improvvisamente, dopo anni mi fermo a riflettere e scopro di essere arrivato alla stessa conclusione. Se penso che Nietzsche ha concepito questo pensiero durante gli anni della pazzia....

Da 'Così parlò Zarathustra'

"Guarda, continuai, questo attimo! Da questa porta carraia che si chiama attimo, comincia all'indietro una via lunga, eterna: dietro di noi è un'eternità. Ognuna delle cose che possono camminare, non dovrà forse avere già percorso una volta questa via? Non dovrà ognuna delle cose che possono accadere, già essere accaduta, fatta, trascorsa una volta? E se tutto è già esistito: che pensi, o nano, di questo attimo? Non deve anche questa porta carraia esserci già stata? E tutte le cose non sono forse annodate saldamente l'una all'altra in modo tale che questo attimo trae dietro di sé tutte le cose avvenire? Dunque - anche se stesso? Infatti, ognuna delle cose che possono camminare: anche in questa lunga via al di fuori - deve camminare ancora una volta! E questo ragno che indugia strisciando al chiaro di luna e persino questo chiaro di luna e io e tu bisbiglianti a questa porta, di cose eterne bisbiglianti - non dobbiamo tutti esserci stati un'altra volta? e ritornare a camminare in quell'altra via al di fuori, davanti a noi, in questa lunga orrida via - non dobbiamo ritornare in eterno?"

Ad ogni modo quello che dici è ragionevole, lo so lo so. E' così. Dev'essere così. Eppure....

Energie in divenire ha detto...

Ma sia chiaro che non sono un pessimista, anzi!!!! Per dirla sempre con il filosofo "sono l'opposto di uno spirito negatore..."! E' il discorso che mi piace.

E' solo che proviamo emozioni con tanta forza, che quell'istante, unico, sembra diventare eterno.

Eppure se mi fermo a riflettere: in quello stesso momento non sono già sfiorite? (la risposta è no...ma dirlo senza capire è banale).
Tuttavia, la violenza di quei sentimenti ci è necessaria. Così tanto che - in fondo eheh - penso che siamo fortunati :)

Sil

Anonimo ha detto...

Quante emozioni, sensazioni, paure, angosce, tormenti, amori... abbiamo provato...
restano i più profondi, i più incisivi... ma per quanto?
Sin da quando nasciamo ogni esperienza è legata ad un'emozione... infinite esperienze per infinite emozioni... impossibile ricordarle tutte... eppure sono lì, fanno parte di noi... ci plasmano piano piano, mentre continuiamo il nostro viaggio...
Ogni giorno è il risultato di tutti quelli precedenti... e ogni giorno va vissuto fino in fondo, con emozione, amore, passione... per arricchire questo meraviglioso viaggio che è la nostra vita...

"Ho quegl'attimi scolpiti nella memoria,
non so per quanto ancora,
la Memoria è ingannevole!
Eppure so che quando la mia mente
non riuscirà più a riviverli
su di essa
sarà già rimasto indelebile
un Segno Invisibile"

VaLe

Anonimo ha detto...

Emozioni... argomento dei miei favoriti... poco discorribile senza avere degli occhi davanti, persone vere... parlare di emozioni provandole ha tutto un altro valore, e in absentia anche la possibilità di sviluppare completamente un discorso simile risulta limitata purtroppo.
Tuttavia..

L'emozione è il senso della nostra vita.
Che essa sia ricercata volontariamente e consapevolmente, o che sia inconsapevole ed inconscia, o che semplicemente capiti senza che vi si pensi...è l'emozione che spinge l'umano oltre il limite dell'animale, che crea il senso della vita vissuta da una forma mentale attiva. L'intelletto, il nostro fattore differenziante dal resto degli abitanti del pianeta, è orientato unicamente a quello.
L'emozione, in QUALSIASI FORMA la si sperimenti e/o la si ricerchi è ciò che rende la vita esistenza.

Sono infinite le emozioni, i modi di provarle, e a loro volta infinite le sfaccettature per infiniti individui. Ma l'emozione in quanto tale è una, che li racchiude tutti.

L'emozione è il senso della vita, tant'è c'è un solo momento in cui tutti, nessuno escluso, cessano di provare emozioni.

C'è chi da maggior valore alle emozioni, e chi meno, c'è chi le cerca e chi se le fa capitare, ma è ciò che ci rende VIVI!
Tutti noi abbiamo incisa sul nostro petto quella parola. EMOZIONE.

Ce sta pure chi se l'è ripassata coll'inchiostro pe sta sicuro de non scordassela :)



Valerio-sama / EMOTION

Energie in divenire ha detto...

Rileggendo i nostri commenti ho immediatamente visualizzato "La memoire" di Magritte
http://aruasjf.files.wordpress.com/2008/07/memoire-la.jpg

E, in un'associazione spontanea di idee, ho ripensato ad una poesia di Montale letta mentre frequentavo le scuole medie. Sì, avevo dei problemi.

"Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case"

P.s. volevo fare un post con queste due cose ma non abbiamo più spazio.

Energie in divenire ha detto...

Elio Virdis :)

Energie in divenire ha detto...

da ieri abbiamo 10 gb di spazio disposibile, quindi ORA
puoi uplodare TUTTE le foto di carnevale!
datte da fa!

Emiliano?

Energie in divenire ha detto...

solo se me lo dici in italiano - Elvio Sirdi

Energie in divenire ha detto...

da ieVi abbiamo 10 gb di spazio disponibile, quindi OVA
puoi uplodaVe (o meglio caVicaVe) TUTTE le foto di caVnevale!

la SV VostVa è pVegata, inoltVe, di daVsi da faVe(che tVa l'altVo sono fuoVi legge!).

Emibluiano?

Anonimo ha detto...

le fave sono fuorilegge?



Valerio-kun

Anonimo ha detto...

ahah ;D

VaLe

Energie in divenire ha detto...

Ci resterà solo "vanità di vanità"

Elio