sabato, marzo 28

Ieri sera, mi è capitato di riprendere tra le mani un libro già letto qualche tempo fa. Un libro che avevo molto apprezzato. Ma come capita molto spesso (almeno personalmente) ci si dimentica dei loro contenuti o semplicemente il rileggerli da spunti nuovi, perché nuovi sono gli occhi con cui lo leggiamo. Sto parlando di “ Gli scacchi,la vita” scritto da uno dei più grandi giocatori di scacchi di tutti i tempi: Garry Kimovich Kasparov.

Un libro, che (mi viene da dire) “non parla di scacchi ma ruota intorno agli scacchi”. Un libro che parla di una vita e delle riflessioni di una grande mente del nostro secolo che a 40 anni si trova a dover appendere “la scacchiera al chiodo”.

Cerco di farla brave: il gioco degli scacchi, come altri “giochi” ( vedere Wikipedia per la definizione di gioco) è una attività determinata da regole e da un obiettivo. Le regole degli scacchi sono costituite ad esempio dalla forma della scacchiera, dal tipo di pezzi e dai loro movimenti…e l’obiettivo è semplicemente “mangiare” il Re avversario. Lo sforzo del giocatore consiste quindi nel muoversi in questo campo delimitato dalle semplici regole del gioco, dove l’immaginazione e la fantasia sono messi a disposizione di una Strategia che consenta (come dice lo stesso Kasparov) di arrivare all’obiettivo o di arrivarci il più vicino possibile. Senza una strategia, si è un giocatore allo sbaraglio: il principiante gioca pensando una mossa alla volta, per poi improvvisamente accorgersi alla 20esima o alla 30esima che la partita è ormai irrimediabilmente compromessa.

Il dubbio e la riflessione che pone Kasparov è quindi questa: la vita è come gli scacchi?

E allora mi domandavo: quali sono le regole della vita? Quale la mia scacchiera, quali sono i paletti entro cui si muove la mia esistenza?Quale l’obiettivo della vita?

Fondamentalmente “nasciamo” (iniziamo il nostro percorso) in un punto in cui non siamo niente: una piccola massa indefinita priva di esperienza alcuna: col tempo questa massa di carne prende forma, diventa un corpo, cresce, si rafforza. E l’esperienza va di pari passo con essa ( sto parlando di arricchimento mentale, di stimoli che introiettiamo, che “forgiano” la nostra mente). Tutto questo fino a un punto di flesso (che va dai 25-30 anni, lo sentite voi quando state cominciando a calare). Un punto aldilà del quale inizia una divergenza: il nostro corpo comincia un andamento discendente (parlo del processo di invecchiamento) mentre la nostra curva esperienziale continua a crescere. E tutto questo fino all’altro punto zero: il punto di morte, il punto in cui il cerchio si chiude.

I limiti dell’agire umano (le regole, la scacchiera) sono quindi delimitati da queste due curve: dalla curva della salute e dalle curva dell’esperienza. Potrei essere ad esempio una persona che va in palestra 2 ore al giorno, decidendo di investire quelle mie 2 ore per stare meglio domani. Devo essere conscio però che sto “barattando” salute con esperienza: quelle stesse 2 ore avrebbero potuto avere un miliardo di altri utilizzi (rinuncia a un infinità di opportunità esperienziali sicuramente più arricchenti ). Quelle stesse 2 ore non so, avrei potuto passeggiare tra le vie di Bombay introiettando colori e odori e sapori nuovi. Surfare sulle coste della Nuova Zelanda. Passeggiare in una libreria a caso, “pescando” il libro che conterrà idee che cambieranno il tuo modo di vedere le cose.
E cosi il suo contrario.

Sta a noi decidere come impiegare il nostro tempo all’interno di questi confini. Verso un obiettivo che non è dato e che necessariamente dobbiamo darci noi. Per non arrivare a quel giorno e accorgersi di non aver vissuto abbastanza.

Forse è proprio questa angoscia dell’assenza di obiettivi che crea lo spazio entro cui si inserisce la Politica e le istituzioni nella nostra vita. L’assenza di mete definite fa si che molte persone abbiano bisogno dell’Obama di turno che ci dica quello che dobbiamo fare: “non vi preoccupate se siete angosciati. Non sapete dove tenderà l’umanità? (somma di giocatori che devono vivere la loro vita) Ci penserò io ad illuminarvi!”. E allora dopo che ce l’ha detto Obama ci sentiamo tutti più tranquilli e sicuri.

O i finti obiettivi che ci propongono i media attraverso una propaganda mascherata da servizi giornalistici. Il cronista di turno che recita: “guardate che carina la vecchina di 110 anni che è ancora viva e sta bene?! Non vorremmo un po’ arrivare come lei?! Se lo volete dovete vivere una vita salubre tranquilla, mangiate bene, fate sport, comprate bei vestiti per essere più belli e tutto andrà bene!”. Peccato che non ci viene detto che quella vecchia è campata 100 anni perché ha fatto una vita da casalinga del cazzo, dove la massima emozione che è riuscita a provare nella sua vita, in quel piccolo e grigio paesino di montagna (dopo l’esperienza del parto ovviamente) è stata quando nel preparare la domenica la pasta fatta in casa col sugo si è sbagliata mettendo lo zucchero al posto del sale. “oddio e adesso chi lo sente mio marito!”.

Voglio vedere Giorgino (recchie a sventola del TG1) mentre intervista un uomo che dica: “Me ne sbatto i coglioni di vivere fino a 80 anni. Preferisco morire d’infarto a 50 e averlo fatto battere questo cazzo di cuore!! Preferisco essermi drogato sperimentando la morte, essermi lanciato da un aereo barattando la mia vita per dire ho volato, amato, sofferto (dire fare baciare lettera e testamento). Voglio vedere un uomo che mandi a fanculo il potente di turno perché non si caga addosso delle conseguenze: “Se vuoi la mia libertà devi mettere sul piatto la tua vita figlio di puttana. Perché il cuore me lo dovrai strappare dal petto con le mani!”. (per chi non avesse capito mi riferisco anche a Berlusconi!)

Voglio essere io quell’uomo, voglio che ognuno di noi sia quell’uomo.




Nazzucau
…nel delirio più totale?...
…O uno degli obiettivi di energieindivenire??...

2 commenti:

Energie in divenire ha detto...

non ho capito bene dove vuoi andare a parare :) l'inizio è interessante, mentre il finale parlava d'altro.
Se credi sia necessario arricchimento (esperienze, conoscenze etc) per arrivare all'ultimo giorno consapevoli della propria vita e del proprio percorso (questa è la mia visione), allora serve apertura mentale, prontezza e sicurezza in sè stessi: si può affrontare una nuova strada senza dover essere circondato e supportato da molte persone intorno. Io ne conosco pochi così.

Se parli di combattere, nel senso di non arrendersi a regole (per citarti) che ci vengono dall'alto, è un'altra cosa. Questo è molto interessante ma a volte è solo un'illusione. Molti credono di combattere ma non lo fanno. Credo sia possibile farlo solo nelle piccole cose(tranne i casi che fanno storia...ma ora siamo ne "Il nuovo mondo", sarà sempre più difficile). E anche qui vedo nell'apertura mentale il segreto. Essere pronti ad una lettura diversa della realtà è necessario. Forse anche sufficiente, voglio volare basso. Lettura di quale realtà? Quella che può essere rappresentata dai rapporti interpersonali, dalla lettura di una notizia, persino dall'analisi di un film. Quante sfumature in ogni dialogo! Forse si tratta semplicemente capacità di "critica". Ognuno di noi può essere combattente allora, senza essere speciale. Bisognerebbe partire dal piccolo ed esserlo sempre, come forma mentis, e non perché ci sentiamo frustrati.

Guardati questo filmato: http://www.youtube.com/watch?v=zrSUtSZqkfU

SONO INCAZZATO NERO E TUTTO QUESTO NON LO ACCETTERO' PIU'

Sil

Energie in divenire ha detto...

E se il proprio obiettivo non lo si conosce?
Se non si sa dove si vuol finire?
E' preferibile lasciarsi trasportare dal vento come foglia autunnale (visione orientale) o prendere una decisione, darsi uno scopo (visione occidentale)?

Emiliano?
che non vuole arrivare a 40 anni senza sapere cosa sia! (Anche perchè manca poco!)