Io non lo so chi c'ha ragione e chi no
se è una questione di etnia, di economia,
oppure solo pazzia: difficile saperlo.
Quello che so è che non è fantasia
e che nessuno c'ha ragione e così sia...
http://it.peacereporter.net/articolo/22212/Gaza%2C+assalto+in+mare
NOI NON POSSIAMO CHIUDERE GLI OCCHI.
IL BOICOTTAGGIO E LA DIFFUSIONE DI INFORMAZIONI SONO L'UNICA ARMA CHE ABBIAMO
Free Palestine
se è una questione di etnia, di economia,
oppure solo pazzia: difficile saperlo.
Quello che so è che non è fantasia
e che nessuno c'ha ragione e così sia...
http://it.peacereporter.net/articolo/22212/Gaza%2C+assalto+in+mare
NOI NON POSSIAMO CHIUDERE GLI OCCHI.
IL BOICOTTAGGIO E LA DIFFUSIONE DI INFORMAZIONI SONO L'UNICA ARMA CHE ABBIAMO
Free Palestine
serena
11 commenti:
http://www.youtube.com/watch?v=SQyIKyd2gqA&feature=player_embedded
questa è la loro (non)vita quotidiana.
s.
"Se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti"
(Norman Gary Finkelstein - storico statunitense)
¿Emiliano?
Se posso dire la mia,
ho capito il senso del messaggio di emiliano e sono d'accordo con lui. cosi come ho capito il senso delle parole di serena.
ma vorrei fare un puntualizzazione sulla forma con cui lo storico statunitense si esprime:
isdraeliano non è sinonimo di governo isdraeliano cosi come italiano non lo è di governo berlusconiano.
personalmente sono italiano, vivo in italia, ma non per questo mi riconosco nelle azioni del governo berlusconiano ne di altre fazioni.
facendo di tutta un'erba un fascio si ricade nel razzismo. cosi (è questa è una mia opinione) questo storico critica il razzismo e nello stesso tempo si comporta come tale. il razzismo è una linea sottile e a volte invisibile...
Nazzucau
...ho appena passato alcuni giorni in compagnia di 2 "persone" isdraeliane veramente splendide...
Per lasciare un commento più generale al post free palestine:
...penso che i problemi che sono in casa nostra non sono da meno. e sono quelli che dovrebbero riguardarci. lasciamo ai palestinesi risolvere i loro problemi. sono fiducioso che sono in grado di cavarsela da soli...
...è proprio questo "impicciarsi dell'erba del vicino ( a 360 gradi) che secondo me fa si che il mondo non sia un mondo migliore come veramente merita di essere.
Nazzucau
...che desidera ardentemente che "la sua" erba sia cosi splendente da irradiare un po' di luce anche a quella del vicino...
Nazzucau mi dispiace ma io penso che tu sia un pò confuso...o forse solo male informato...
parlare di "impicciarsi dell'erba del vicino" in una situazione come questa presuppone una leggerezza e un'ignoranza sull'argomento che per quanto mi riguarda non prevede un confronto.
forse (e te lo dico per te), è il caso che tu ti informi meglio!
serena
Serena, non era mia intenzione alzare un confronto verbale. volevo semplicemente esprimere la mia opinione (che generalmente non posto mai proprio per i fraintendimenti che si creano)...visto però che l'ho fatto sento di correggermi perché mi sono accorto di non essere stato chiaro.
rileggendo le mie parole "...penso che i problemi che sono in casa nostra non siano da meno" ammetto siano non adatte: so benissimo della violenza e degli stermini che vengono attuati contro la popolazione palestinese, sicuramente forme di violenza non presenti in quella forma da noi...
quello su cui dubito fortemente è il fatto che il "boicottare i prodotto isdraeliani" abbia un utilità in tal senso e anzi forse secondo me va in senso opposto:
ti faccio un esempio.
mettiamo di tornare indietro al tempo del fascismo in italia. e mettiamo che a quei tempi esistessero i giornalisti freelance in grado di informare l'opinione pubblica mondiale (cosa che nella storia dell'umanità, penso sarai d'accordo con me, è un fenomeno abbastanza recente).
ora sorvolando il fatto un po' "bizzarro" ,a mio modo di vedere, che si possa essere informati allo stesso modo tanto di quello che avviene nel nostro quartiere quanto quello che avviene nel quartiere vietnamita (per prenderne uno a caso), fatto su cui si potrebbe aprire un altro terreno di discussione che non mi interessa in questo momento, ipotizziamo che alcuni paesi europei, "scandalizzati" dopo aver saputo che in etiopia il governo fascista italiano stia attuando genocidi contro la popolazione locale, decida di non comprare più prodotti italiani. per rendere più semplice l'esempio, facciamo che ne prendano uno a caso. prendano di mira le automobili fiat.
(continua)
(continua)
Ti chiedo: in che modo può avere effetto questa mossa? Pensi che questa mossa vada a colpire il signor Agnelli o il signor Mussolini? O invece vada a colpire gli operai della Fiat che poverini non c’entravano niente e invece si trovano costretti in cassa integrazione o licenziati? (si perché se vengono venduti meno prodotti e un’impresa come la fiat incassa di meno, il signor Agnelli ha sicuramente fieno in cascina per assorbire la botta e il cibo dalla sua tavola sicuramente non mancherà mai, mentre è più facile che decida di stringere un po’ la cinghia per affrontare la situazione licenziando qualche operaio, cioè riducendo i costi della sua impresa. Almeno la storia passata italiana e mondiale mi insegna che avviene cosi). E al povero operaio che con lo stipendio dei “prodotti incriminati” ci mandava avanti una famiglia invece la cosa lo colpisce e come. E colpendolo, comincerà a sua volta a prendersela con qualcuno, Circoleranno voci nel suo paese (dato che il servizio di informazione nel suo paese è “deviato” che è colpa dei “maledetti francesi che ce l’hanno con gli italiani!”. Cosi l’operai della fiat si troverà, non sapendo su cui sfogare la sua frustrazione (anche comprensibile) su altri ancora.
Il risultato è che anche se con un intento positivo si è generata ulteriore violenza (non intenzionale). Magari per assurdo la mossa di stare fermi sarebbe stata più positiva perché avrebbe almeno evitato di produrne altra.
Per concludere, penso che sia vero che un battito d’ali qui sia in grado di generare un ciclone in vietnam. Ma deve essere un battito d’ali di cui conosco gli effetti. Altrimenti è meglio non farlo assolutamente. Oppure è meglio (sempre mia opinione e quindi discutibilissima) indirizzare quella energia li dove sono sicuro che possa avere un effetto il più positivo possibile. E ciò che meglio possiamo controllare è ciò che è vicino a noi. Ho più dati a disposizione. Ho possibilità di vedere le cose con i miei occhi. E di vederle spesso. Torniamo quindi al quartiere (questo volevo dire). Al nostro piccolo “fazzoletto” di terra che è più facile da controllare e su cui c’è molto da fare. Ripeto: Molto da fare. Non avverranno sgozzamenti o altre violenze brutali. Ma se si “zooma” c’è tanta sofferenza uguale. Sofferenza in altre forme ma sempre sofferenza. Eliminare quella può avere un effetto maggiore se non superiore a quello di combattere guerre che anche se ai nostri occhi possono sembrare giuste, non ci riguardano…
Nazzucau
…è semplicemente un opinione delle tante. Non la verità. Se l’uomo avesse la possibilità di avere la comprensione totale delle sue azioni non si chiamerebbe uomo ma si chiamerebbe Dio. Punto in più a favore del quale quando agiamo non dobbiamo pensarci una ma cento volte…(c’è sempre qualcosa che rimarrà al di fuori della nostra comprensione che non abbiamo calcolato. La variabile impazzita che non fa tornare il nostro bel piano mentale)…
scusami tu...non era nemmeno mia intenzione alzare uno scontro verbale...ma un confronto, quello si!
in palestina è in atto un operazione di pulizia etnica (ti ricorda qualcosa????).
l'italia è tra i 5 maggiori patner connerciali di israele, uno stato imperialista e terrorista che da 60 anni occupa arbitrariamente, con la protezione degli USA e della UE, il territorio palestinese. un'occupazione che ha già provocato la morte di tantissimi cilvili, per lo più bambini. stanno cercando di rendere le condizioni di vita della popolazione palestinese il più possibile disumane per cacciarli da una terra di cui si sono appropriati, autoproclamandosi "stato di israele".
ma ritorniamo al boicottaggio: L'italia, come dicevo, è tra i 5 maggiori partner commerciali europei di Israele; è uno dei più importanti mercati europei per le esportazioni israeliane con l'11% pari ai Paesi Bassi, segue solo la Francia con il 10% ed è superata dalla Germania con il 21% e il Regno Unito con il 18%.
israele dal canto suo è uno dei più importanti esportatori mondiali di attrezzature militari con il 10% nel 2007; che importa dall'Italia il 4,8% delle sue importazioni totali che comprendono attrezzature militari, beni di investimento, diamanti grezzi, combustibili, beni di consumo.
L'obiettivo è far sì che iniziative di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele simili a quelle applicate al Sud Africa nel periodo dell'Apartheid (e che ne hanno determinato la fine), possano indurre il governo israeliano a riconoscere il diritto inalienabile del popolo palestinese all'autodeterminazione ed a rispettare le norme del diritto internazionale.
ora io ti dico che MORALEMNTE non voglio contribuire a questo tipo di scambio, che condanno chi considera israele uno stato "AMICO" dello stato italiano e questo significa che condanno chi mi rappresenta.
CONDANNO chi uccide 19 persone a bordo di una nave piena di aiuti umanitari, che li sequestra e gli nega qualsiasi diritto (per non parlare dei maltrattamenti subiti in 2 gg dentro un carcere).
so per certo che i problemi del mio "quartiere" sono importanti, e per questo da anni cerco di contribuire come posso a migliorare le condizioni di vita delle persone che ci abitano. ma non posso non accorgermi che dietro casa mia qualcuno si impone e "cancella ogni diritto umano" a qualcun'altro...
la storia ci insegna che il potere assoluto è sempre fonte di crimini inaccettabili...e noi da Italiani dovremmo saperlo molto bene.
pensare al nostro giardino non ha senso se il mondo che c'è dietro è un mondo malato.
s.
http://www.youtube.com/watch?v=3_0iOIBrqws&feature=player_embedded
tanto per capirci!
s.
bellissimo scambio di idee. Tutti, sull'onda dell'uccisione di pacifisti, che trasportavano generi alimentari avremmo difeso a spada tratta e sposato le idee di Serena. Eppure la lucidità di Daniele ha offerto un punto di vista imprevisto, distaccato. Non sarà la Verità ma è una componente che aiuta a capire una cosa: "come osservare la realtà". Serve obiettività e distacco.
Se posso inserirmi con poche righe, credo ci sia modo di far convivere le vostre posizioni.
Il genocidio (!) che sta avvenendo in Palestina è terrificante quanto altri atti di violenza in tutto il mondo. Per un caso fortuito (un insieme di episodi con radici in anni lontani) questo genocidio è quello più visibile a noi e per un'altra serie di episodi noi qui possiamo fare qualcosa, è già accaduto qualcosa di simile.
La fermezza in certi casi, anche a fronte di possibili conseguenze descritte da Daniele, è utile se non necessaria. L'inazione intollerabile. Certo, l'azione dovrebbe riguardare la realtà che ci circonda. Ma ampliando il concetto (se non lo si amplia, la mia realtà è solo ed esclusivamente questa stanza da cui sto scrivendo) la realtà che mi circonda è anche uno stupido supermercato dove posso scegliere un prodotto anziché un altro. Non necessariamente la colonia in Israele.
Regge questo ponte (fragile lo so) tra le vostre idee?
Il concetto di "presenza nella realtà" di Daniele è da sposare in pieno. Ma siamo anche calati in una realtà maggiore della nostra, che ha bisogno di un pizzico della nostra energia. Intendo dargliela. Tanto ne butto già parecchia di E-mc^2
hare Krishna :)
Silvio.
Mi fa piacere il tuo intervento come quello di chiunque altro.
E rispondo semplicemente per “rischiarire il mio pensiero” non per convincere qualcuno o qualcosa. So quello che fa Serena e ne ho stima e rispetto. Ma la mia posizione è semplicemente diversa.
Cerco di spiegarmi:
Silvio scrive: “l’inazione è intollerabile”. Mi chiedo l’inazione è intollerabile? Dipende dal punto di vista dell’osservatore. Per Silvio (il soggetto che esprime la frase) l’inazione è intollerabile. Ma se guardiamo tutto dalla prospettiva del mondo che guarda se stesso l’inazione è semplicemente inazione. O anche azione se vogliamo. Scelgo cioè di non agire perché riconosco il boicottaggio una forma di lotta che vada a colpire chi dovrebbe meritarselo (per me che scrivo). E non giudico e condanno chi lo fa.
Altro esempio.
Serena scrive
… iniziative di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele simili a quelle applicate al Sud Africa nel periodo dell'Apartheid (e che ne hanno determinato la fine)…
Che le iniziative di boicottaggio abbiano determinato la fine dell’Apartheid è una conclusione un po’ forte. O per lo meno soggettiva. Per citare un’altra fonte ( ma potrebbe essere un’altra o altre mille), per Wikipedia “…la liberazione di Nelson Mandela nel 1990, e la sua successiva elezione a capo dello Stato, decretarono la fine dell’aparteid…” Nel senso che la relazione con la fine del fenomeno è legata ad un altro evento.
Ora si potrebbe dire che le iniziative di boicottaggio contribuirono alla sua elezione oppure no. La relazione è tutta da dimostrare (per me naturalmente). Cosi è da dimostrare che quelle iniziative (fatte ripeto con un intento “moralmente” positivo) non abbiano invece fatto morire di fame molte famiglie che legate a persone che lavoravano nelle aziende Sud Africane e che hanno perso il posto di lavoro per quelle proteste. (questa è la mi convinzione ad esempio sulla base di più di 10 anni di studio dei funzionamenti economici ed è il motivo per cui non sposo l’iniziativa ma non la condanno). Cioè Io scelgo di non agire (quindi di agire) non in quel modo.
(continua)
Altro esempio ancora:
Potremmo vedere un filmato in cui una tigre assalta una gazzella.
Una persona potrebbe vederlo e fare il tipo per la gazzella, immedesimarsi nella gazzella e pensare “povera gazzella non è giusto che venga uccisa”. (cioè è moralmente sbagliato).
Un altro ancora potrebbe essere affascinato dalla forza del Leone e “godere” in quell’atto di espressione di forza.
Ma entrambi sono, cosi come la moralità (il giusto e lo sbagliato, il bene e il male) frutto di una realtà artificiale (la realtà degli osservatori). La “REALTA” è che una forma di energia che noi chiamiamo tigre si relaziona in una forma ( che noi chiamiamo uccisione) con una altra forma di energia che chiamiamo gazzella. Punto.
Dal punto di vista del mondo (che è secondo me quello dell’osservatore imparziale), possiamo solo concludere che quel fenomeno avviene. Nel mondo reale avviene che una tigre mangi una gazzella.
Questo è innegabile. Il resto è giudizio ( attività mentale umana).
Un monaco buddhista potrebbe semplicemente limitarsi a “contemplare” il fenomeno. Cioè ha osservare l’armonia di quel gesto. Dove in realtà tigre e gazzella sono la stessa cosa. Sono energia in movimento.
E potremmo chiamare questa contemplazione Azione (invece che inazione) mentre un uomo che è tentato di intervenire per fermare la tigre (perché lo ritiene moralmente inaccettabile) una Reazione. Il fenomeno scatena in lui una forza che lo spinge ad Agire (Reagire). C’è scelta? Forse si forse no.
Chi è nel giusto? E chi può dirlo? Entrambi sono parte della realtà. Sono un po’ come la tigre e la gazzella…
Nazzucau
...non per forza bisogna sempre far convergere tutto...si può anche semplicemente accettare che ci siano posizioni diverse e basta...in fondo il sito è intitolato all'arricchimento dalle reciproche differenze...:)
Ma sei logorroico anche a scrivere?!
Io da un lato concordo con tutto.
Però lo sai che l'esempio della tigre attrae qualche obiezione: qualcuno potrebbe dirti che lì si tratta di natura e che ogni uomo, pur con la sua moralità ma capace di "contemplare la realtà", non interverrebbe sull'evento naturale.
Le azioni degli uomini meritano considerazioni diverse. Ma era un esempio sensato per mettere in risalto la "relatività" di ciò che pensiamo e facciamo.
Ad ogni modo, mi sembra che tu trasmetta l'idea di una contemplazione dove l'inazione (al di là dei significati che gli puoi trovare) è parte integrante. Io non sono convinto di quello che dicevi dei monaci: anche ai monaci buddisti je rode per quello che sta facendo la Cina in Tibet. E agiscono di conseguenza. Proteste, battaglie.
Mi puoi obiettare che quella è la loro realtà. Vero. Ma la mia piccola azione di sabotaggio ad una azione creante sofferenza che per me è manifesta(per me Silvio, parlo di me eh!) si concretizza in una realtà di tutti i giorni. Sì, la mia "realtà" può essere diversa da quella che tu chiami "realtà".
(Così come "inazione", non finiamo a parlare delle parole, ci siamo capiti).
Io la tua posizione la capisco bene. La Bagavad-Gita però mi appassiona perché Arjuna sta per scendere in battaglia e ucciderà persino i suoi parenti. Prima di farlo parla con Dio.
Farà battaglia e ucciderà realizzando il volere del signore (che forse è semplicemente la cosiddetta "voce della coscienza").
L'importante è agire quando si è consci della realtà e dei propri principi, senza avere brame verso il risultato.
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