lunedì, maggio 31

Questa è la MIA vita.


Molto di quanto realizziamo nella nostra vita,
nel bene e nel male,
e' determinato dalla nostra idea del mondo.

Tutte le persone che rubano,
che imbrogliano, che opprimono, che fanno violenza
sono evidentemente convinte che il mondo sia un caos senza regole
dove ognuno puo' fare quel che vuole.
Le persone che lasciano trascorrere la propria vita senza compiere scelte,

senza lavorare per realizzare sogni importanti,
senza cercare di trovare il proprio modo di esprimersi,
di comunicare emozioni
sono persone che pensano che la vita abbia poco senso,
non abbia uno scopo preciso.

E non credono che sia loro interesse prioritario scoprire cosa desiderano,
cosa loro e solo loro possono costruire,
qual e' la loro possibilita' di realizzarsi in modo originale,
unico.
Le persone che dedicano la propria esistenza
a incazzarsi con gli altri, a spettegolare, a sparlare, a disprezzare
non credono che la legge primaria dell’universo sia la cooperazione
e che solo attraverso la condivisione l’essere umano puo' vivere
con il massimo della soddisfazione.
C’e' invece chi trova la forza del proprio impegno nella fede in Dio,

nell’idea della vita come transito verso un livello superiore e perfetto dell’esistenza.
Questo modo di vedere la vita e' certamente portatore
(potenzialmente, se vissuto con autenticità)
di grande passione positiva per la vita.
(continua su
jacopofo.com)

¿Emiliano?

4 commenti:

Alfonso ha detto...

Buongiorno, sento l'esigenza di "esanimare" questo scritto.
La nostra idea del mondo e' data dalla nostra esperienza di esso. Ragion per cui quanto realizziamo nella nostra vita, nel bene e nel male, è determinato da ciò che il mondo ci ha insegnato durante la nostra fase di crescita.

Tutte le persone che rubano, che imbrogliano, che opprimono, che fanno violenza sono evidentemente piegate dal contesto in cui vivono e si convincono che il mondo sia un caos senza regole. Poiché le regole che studiano durante la crescita vengono costantemente infrante.

Le persone scelgono continuamente tra pochissime e scarsissime opzioni disponibili, con l'idea di comodo che il lavoro "nobiliti" ma in fondo con la consapevolezza di non avere alcun tipo di aiuto in mancanza di occupazione, cercando di esprimersi continuamente ma mai essendo ascoltate davvero.

Sono persone che pensano che la vita abbia un senso più profondo, uno scopo preciso che è VIVERE. Nel lasso di tempo che intercorre tra il risveglio della coscienza e la morte, vivere è imperativo al di là di ciò che desiderano e che, al di fuori della pubertà, viene costantemente ucciso dal mondo intorno.

L'unica possibilità che hanno è agire da sciacalli. Un'attitudine che di recente è risalita ed incoraggiata dal contesto sociale.

Le persone che non credono che la legge primaria dell’universo sia la cooperazione hanno tutte le ragioni per farlo. Perché si coopera soltanto con i propri simili (altri che versano in situazioni simili) e che solo attraverso l'accaparramento delle risorse disponibili l’essere umano puo' vivere quantomeno in linea con delle piccole ed effimere soddisfazioni.

C’e' invece chi trova la forza del proprio impegno nella fede in Dio,
nell’idea della vita come transito verso un livello superiore e perfetto dell’esistenza. C'è cioè chi ha i soldi per fermarsi a pensare e si è illuso che ci sia un'altra vita oltre a questa, mentre è questa la vita eterna che sta vivendo (anche se non come vorrebbe).

Questo modo di vedere la vita e' certamente portatore di fondamentalismi, lavaggi del cervello, falsa consapevolezza e conservatorismo, in una realtà costantemente emergente e mai realmente FINITA.

Energie in divenire ha detto...

ciao alfonso, ti rispondo con la speranza che tu farai lo stesso.

- La nostra idea del mondo e' data dalla nostra esperienza di esso.
Ragion per cui quanto realizziamo nella nostra vita, nel bene e nel male, è determinato da ciò che il mondo ci ha insegnato durante la nostra fase di crescita.


E' vero, è così, la nostra idea del mondo è determinata da ciò che il mondo stesso ci ha insegnato durante la nostra fase di crescita, se viviamo in un contesto dove la malavita la fa da padrone ci sarà difficile immaginare un mondo dove la violenza è esente.
Ma io non sono la mia società d'appartenenza, sono un essere UNICO che può (e vuole) pensare ed agire di per sè, liberarmi da quei condizionamenti che mi mantogono ancorato al mio passato ad al mio territorio.


- Tutte le persone che rubano, che imbrogliano, che opprimono, che fanno violenza sono evidentemente piegate dal contesto in cui vivono e si convincono che il mondo sia un caos senza regole.
Poiché le regole che studiano durante la crescita vengono costantemente infrante.


Anche qui hai ragione, i nostri stessi governanti ci danno il "buon" esempio.
Ma mi rifaccio alla domanda precedente, non voglio essere la società a cui appartengo, non voglio piegarmi ad essa seppur in essa vivo, io, e come me chiunque, ho facoltà di raziocinio, ho la possibilità di liberarmi dal contesto.
posso combattere ciò che non va piuttosto che farmi vincere, che siano gli altri a sottostare, io comincio col provare a liberare me stesso, poi chissà...



CONTINUA...

Energie in divenire ha detto...

-Le persone scelgono continuamente tra pochissime e scarsissime opzioni disponibili, con l'idea di comodo che il lavoro "nobiliti" ma in fondo con la consapevolezza di non avere alcun tipo di aiuto in mancanza di occupazione, cercando di esprimersi continuamente ma mai essendo ascoltate davvero.


La visione che ho io del lavoro è differente probabilmente dalla tua, io Lavoro (su di me) per evolvere, anche attraverso il lavoro.
Chi dovrebbe aiutarmi, perchè mi sento obbligato a pretendere aiuto dall'esterno? perchè non provo invece a divenire indipendente?
Molti sono gli uomini che con impegno e determinazione sono arrivati al raggiungimento del loro obiettivo, sono io forse da meno?


- Sono persone che pensano che la vita abbia un senso più profondo, uno scopo preciso che è VIVERE. Nel lasso di tempo che intercorre tra il risveglio della coscienza e la morte, vivere è imperativo al di là di ciò che desiderano e che, al di fuori della pubertà, viene costantemente ucciso dal mondo intorno.
L'unica possibilità che hanno è agire da sciacalli. Un'attitudine che di recente è risalita ed incoraggiata dal contesto sociale.


Se ci sono persone che vogliono attuare le stesse azioni che vedono riflesse all'esterno di loro stessi (ancora i nostri governanti, ma non solo) che lo facciano.
Si sa che il mondo esterno, inevitabilmente, condiziona il nostro vivere, ma io non sono solo il mondo esteriore, io, dentro, ho il mio di mondo, quel mondo che mi devo preoccupare di far crescere ed evolvere.
E poi, sono convinto che il mondo fuori non mi deve nulla, può darmi possibilità che io scelgo di prendere oppure no, sta a me e a nessun altro coglierle.
Io non nasco schiavo e non intendo esserlo.


- Le persone che non credono che la legge primaria dell’universo sia la cooperazione hanno tutte le ragioni per farlo. Perché si coopera soltanto con i propri simili (altri che versano in situazioni simili) e che solo attraverso l'accaparramento delle risorse disponibili l’essere umano puo' vivere quantomeno in linea con delle piccole ed effimere soddisfazioni.


Cosicchè i meno fortunati hanno l'obbligo di fare lo stesso errore che abbiam fatto e facciamo noi figli del capitalismo, andando gli uni contro gli altri?
Provo a pensare ad un mondo dove non sia il più forte ad avere la meglio, e mi domando, ci sarebbe bisogno di accaparrarsi le risorse che si possono invece condividere?
Perchè non provo ad iniziare piuttosto che rimanere fermo alle parole ed alle lamentele?


CONTINUA...

Energie in divenire ha detto...

- C’e' invece chi trova la forza del proprio impegno nella fede in Dio,
nell’idea della vita come transito verso un livello superiore e perfetto dell’esistenza. C'è cioè chi ha i soldi per fermarsi a pensare e si è illuso che ci sia un'altra vita oltre a questa, mentre è questa la vita eterna che sta vivendo (anche se non come vorrebbe).
Questo modo di vedere la vita e' certamente portatore di fondamentalismi, lavaggi del cervello, falsa consapevolezza e conservatorismo, in una realtà costantemente emergente e mai realmente FINITA.



La realtà non è mai FINITA, anzi...
Mi domando: perchè esistono fondamentalismi, lavaggi di cervello, false consapevolezze e conservatorismi?
Mi rispondo: perchè per noi, esseri pigri, è più facile far pensare gli altri, ci accasciamo, ci adagiamo nelle prese di posizione degli altri (anche politiche!), è più facile.
Pensare con la nostra testa è faticoso, occupa tempo e risorse, meglio lasciarsi traspostare dalla marea piuttosto che crearsi una scialuppa di salvataggio.
Anche io sono convinto che la FEDE sia cosa da evitare, che è necessario prendere le distanze dai preconcetti dogmatici privi di fondamenteo reale, ma non mi sento di dire a nessuno, tantomeno a me stesso che la ricerca di Dio sia da rifiutare.
Cercare, Dio o la libertà o il socialismo, è un atto altamente spirituale.
E' attraverso la RICERCA che evolvo e mi libero da catene inutili, per cui che cia sia libertà di cercare, anche Dio se necessario, a patto però che lo si faccia facendo lavorare la testa, la nostra, la mia.
Se ci pensi, anche il rifiutare a priori è un atto di conservatorismo e di falsa consapevolezza, se ho fede nella non esistenza di dio sono alla stregua di chi crede che esista.
Non credenze, non dogmi, RICERCA.


Per fortuna, ogni tanto, qualcuno pone il suo commmento ed apre dibattiti di discussione!!!

¿Emiliano?