venerdì, giugno 25
Insicurezza o Sicurezza? questo è il problema...
ESSERE o non essere? Questo è il problema.
Cosi si esprimeva Shakespeare sul dilemma esistenziale umano e per di più con un geniale teschio in mano (particolare non da poco per i buon gustai).
E che cazzo c’entra l’INSICUREZZA e la sicurezza con l’ESSERE e il non essere? ( se stessi parlando, qualcuno me lo avrebbe già chiesto o fatto notare :).
E allora mi sovviene una frase che ho letto ultimamente ( scusate ma non mi ricordo l’autore) che si esprimeva grosso modo cosi: …la vita è un continuo flusso di momenti incerti e termina con l’incertezza più grande: la MORTE…
Si, ma che cos’è l’incertezza? (mi domando io. Spontaneamente. Stavolta non c’è nessuno che me lo chiede :) E’ il contrario di sicurezza. E che cos’è la sicurezza? Quando è che una cosa è sicura, è certa? Quando è già determinata, è già avvenuta (è già passata). E perché? Perché gli effetti (a sua volta mossi da cause) che hanno influito nel determinare quella cosa ora non possono più influenzare il processo che l’ha generata.
Esempio:
quand’è che posso dire che il mio piatto di pasta con il tonno è certo? Quando ho finito di cucinarlo ed è li sul mio tavolo.
E se conoscessi tutti i particolari che vanno a determinare quel piatto di tonno cosi com’è sul mio piatto? Anche li allora potremmo parlare di certezza. Ma come faccio a sapere che oggi che cucino il mio piatto di pasta sarò attento come ieri e non la scuocerò o che un’ urgenza improvvisa non mi farà uscire di casa evitando di poterlo cucinare? Semplice. Non lo posso sapere. Posso imparare la ricetta, posso diventare bravissimo nel fare la pasta al dente. Posso migliorare il gusto del mio sugo arricchendolo di particolare. Ma a tutti questi fattori che diventano CONOSCIUTI, ne rimarranno fuori sempre degli altri INCONOSCIUTI o imprevisti. Ne basta anche uno solo. E quel solo farà si che la pasta di oggi sarà diversa dalla pasta di ieri. Che non sarà identica.
I Greci dicevano che in un punto del fiume non scorre mai la stessa acqua. (quante volte l’ho sentita nella mia vita ma l’ho capita sempre ad un livello superficiale. Ora mi sembra più chiara. Chissà in futuro lo diverrà ancora di più. Sinceramente me lo auguro :).
Ma la smetti con i tuoi esempi del cazzo! Che c’entra la pasta col tonno con la vita con la morte? Vuoi scende’ sulla realtà? (come mi direbbe qualcuno).
La nostra vita è un po’ come cucinare un piatto di pasta col tonno tutti i giorni. Un po’ come il famoso film “il giorno della marmotta”.
Posso aumentar il mio livello di conoscenza del processo di preparazione. Giorno dopo giorno posso diventare sempre più bravo nel cucinare sempre meglio. Ma se non accetto in profondità che in ogni momento può entrare una variabile in grado di farmi sballare i programmi (la variabile incognita) allora sono lontano. Sono lontano dal predermi le mie responsabilità. Sono lontano da cosa è la vita.
ACCETTARE IN PROFONDITA’.
La differenza che corre tra accettare in profondità e accettare (come crediamo di accettare) è un po’ come (e velo dice un ex fumatore) la differenza che corre tra sapere che una sigaretta fa male e fumare uguale (frasi del tipo ” lo so che fa male ma mi piace e mi voglio guastare la sigaretta è un piacere della vita. Vivo il momento e voglio gustarmi i piaceri della vita!, sono un esempio…” e smettere realmente di fumare.
Se so che quella singola sigaretta della giornata mi toglie secondi preziosi della mia vita e ho accettato (penso di accettare l’incertezza della mia vita e l’incertezza della morte) perché sto fumando? (ripeto, ve lo dice uno che si fumava 15 sigarette al giorno, nel senso che i fumatori hanno tutta la mia vicinanza.)
Ma c’è chi lo fa con la sigaretta e chi lo fa con ogni altra cosa più futile che ci può essere. La vita è semplicemente tempo a disposizione. Il tempo a disposizione lo si può diminuire con atti del genere ma lo si può anche sprecare. (Mio padre e le ore di TV ogni sera sono per me uno stimolo a ricordarmi di non sprecarlo, soprattutto se ripenso alle ore che ho già passato di fronte a uno schermo nella mia vita :).
Ma torniamo al tema centrale, perché sto deviando…
Cos’è quindi l’accettazione profonda dell’incertezza della morte?
Se un uomo (e quindi anch’io) avesse realmente un barlume (anche solo per 5 minuti) di quello che sarà il suo momento di morte concreto. L’agonia che proverà, i particolari fin dentro al midollo di quel momento. Le idee che passeranno nella sua mente, allora il mondo sarebbe diverso. Ognuno di noi darebbe più peso alla sua vita (al tempo che gli rimane), e quindi metterebbe in atto degli atti di una qualità diversa.
Capiremmo che ci preoccupiamo per delle cose nella nostra vita che effettivamente non meriterebbero neanche un secondo prezioso. Se sapessimo (qualcuno ci dicesse) che il nostro momento è tra 5 minuti, li passeremmo a discutere se il goal di Milito era in fuori gioco? O che quello stronzo di ieri mi ha tagliato la strada con la macchina. Se lo prendo lo faccio secco. O sul divano a pensare a cosa farò domani. O a vendere il mio tempo a 5 euro l’ora, a 10 euro l’ora a 100 euro l’ora al primo che passa?
La realtà che il mio tempo (il tempo di ognuno di ognuno di noi) è unico. Ha il valore che ha un’opera d’arte. Non ha prezzo. Eppure nel mondo non facciamo che comprare e vendere e contrattare il nostro tempo. Come è possibile? Devo mangiare mi direte voi. Si ma se avessi profondamente accettato il valore del mio tempo, avessimo accettato completamente il valore cha ha un secondo di libertà, il mondo non sarebbe cosi.
Non staremmo a parlare di Berlusconi o dei problemi che esistono al mondo. Perché ognuno di noi capendo profondamente il suo allora capirebbe anche la rarità del tempo dell’altro e collaboreremmo per gustarci questi momenti invece di perdere tempo con tutte le cose che avvengono in questo mondo. E un uomo che ha capito quanto vale il suo tempo lo difenderebbe con i denti con le unghie. Ucciderebbe, metterebbe in gioco la sua vita per quel momento. Il denaro può comprare solo uomini che non hanno compreso cos’è profondamente la vita.
E nel momento in cui un uomo comincia ad avvicinarsi a cosa è veramente la vita, allora comincia nella sua prigione in cui si trova, ad armarsi di lima e di un cacciavite o un piccone e piano piano ( con la pazienza ma l’ostinazione di un carcerato condannato all’ergastolo che sa che non ha altra via d’uscita) a scavare un buco nel muro. Briciola dopo briciola. Ci vorranno mesi, anni? Non importa. Perché quel buco è importante. E’il modo di evadere. E ogni briciola ci avvicina alla felicità.
Nazzucau
…Banzai!!!! :)…scherzo: vi auguro a tutti una buona giornata….
"I nostri dubbi sono traditori e ci fanno perdere il bene che potremmo ottenere perchè abbiamo paure di tentare."
William Shakespeare
"Camminando, semplicemente cammina.
Stando seduto, semplicemente siedi.
Soprattutto, non tentennare."
Yun-Men
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2 commenti:
:)
:D
Roberta
in questi giorni m'è stata posta una domanda, credo possa essere un'appendice al tuo post:
"cosa dirò al mio corpo il mio ultimo giorno?"
e' facile rispondere razionalmente, ma dentro, sotto, qual'è la MIA REALE risposta?
-Emiliano-
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